I dollari Hawaiani
A prima vista non si direbbe, ma se osservate con attenzione delle banconote hawaiane scoprirete che differiscono rispetto a quelle che circolano negli Stati Uniti continentali.
La scritta HAWAII campeggia sull’intera area del retro delle banconote.
Come mai?
Dopo l’attacco perpetrato dai giapponesi a Pearl Harbor (7 dicembre 1941), il governo americano temette seriamente che le isole Hawaii venissero invase in poco tempo dai nipponici. Di fronte al rischio che gli invasori potessero impossessarsi delle riserve di dollari presenti sul territorio, fu deciso di ritirare dalla circolazione le banconote allora in corso e di sostituirle con dollari marchiati con le scritte “HAWAII” e con sigillo di colore marrone, al posto di quello verde della Federal Reserve. Il valore legale delle nuove banconote hawaiane rimase identico a quello dei dollari originali in modo da poter essere spese in egual maniera sul continente.
La strategia monetaria difensiva degli USA prevedeva che, in caso di invasione giapponese, il governo avrebbe potuto dichiarare non più valide le banconote hawaiane, lasciando i nipponici senza possibilità di razzia di valuta da spendere altrove.
Il piano americano fu così ingegnoso perché è risaputo che gran parte della forza dell’economia statunitense dipende dalla fiducia nella sua valuta, il dollaro, e nella garanzia che sarà sempre onorata e difesa dal governo.
La stampa della serie di dollari hawaiani fu interrotta nell’ottobre del 1944; tuttavia le banconote continuano tutt’oggi a mantenere corso legale e a circolare tra la popolazione. Sono ambite soprattutto da turisti e collezionisti.
Chi l’ha visto?
Jack Ma, fondatore di Alibaba e icona dell’imprenditoria cinese è scomparso.
Cresce l’ansia per le sorti del businessman, di cui non si hanno notizie da più di due mesi. Ad alimentare i sospetti è stata la sua mancata partecipazione all'episodio finale del programma da lui lanciato, il talent show Africa's Business Heroes. Il suo posto avrebbe dovuto essere quello del giurato, ma è stato sostituito da un dirigente di Alibaba. La sua foto è stata rimossa anche dal sito dedicato alla competizione.
Probabilmente è da collegare alla scomparsa dell’imprenditore cinese il discorso che Ma ha proferito lo scorso 24 ottobre a Shanghai, in cui ha criticato le autorità di regolamentazione cinesi, accusandole di soffocare l'innovazione e definendo la normativa globale che disciplina le banche regole per "un club di anziani";
"Il sistema finanziario di oggi è l'eredità dell'era industriale. Dobbiamo dar vita a uno nuovo per la nuova generazione e per i giovani. Dobbiamo riformare il sistema attuale".
Queste le sue ultime parole pubbliche.
L'ultima news che ha visto protagonista Jack Ma è stata la decisione delle autorità di regolamentazione cinesi di sospendere bruscamente, all'inizio di novembre, l'IPO da record di Ant Group, il gigante dei servizi finanziari scorporato da Alibaba.
Non è che il “democratico” Xi Jinping lo ha rinchiuso in qualche campo di “educazione”?
Finché l’economia della Cina procede a gonfie vele e i suoi cittadini vedono le proprie condizioni di vita progredire, non si levano critiche al sistema opaco di controllo e alle mancanza di libertà. Quanto durerà prima che la democrazia possa abbattere la muraglia cinese di omertà?
Ciao 2020
Il vero show italiano di Capodanno quest’anno non è stato presentato né da Amadeus su Rai 1, né da Alfonso Signorini su Canale 5.
Il mattatore della serata è stato invece il “Fiorello” russo Ivan Urgant, in arte Giovanni Urganti. Gli spettatori incollati a Channel One, la principale emittente televisiva russa pubblica, hanno goduto di un esilarante spettacolo-parodia trash svolto interamente in italiano (con sottotitoli in cirillico), sulla falsariga di un qualsiasi Sanremo anni ‘80.
L’intera trasmissione, tra canzoni, stacchetti, format e battute, risulta incredibilmente comica grazie, soprattutto, all’italiano maccheronico esibito da tutti i personaggi. Vale la pena elencare i cantanti in gara: Julia Ziverti, Giorgio Criddi, Niletto Niletti e Claudia Cocca, La Soldinetta e Vittorio Isaia, Giovanni Dorni, Arti e Asti, Piccolo Grandi, Jony, Crema de la Soda, La Dora, Alessandro Pallini, Gigi, Quattro Putane (!), Ornella Buzzi, Enrico Carlacci, Stasi Primo Classi e Dava.
Lo streaming della puntata è diventato inevitabilmente virale su YouTube, con momenti in cui la parodia tocca i vertici del sublime.
Tra le hit proposte imperdibile “Mamma Maria” in versione techno dei Piccolo Grandi, l’orecchiabile “Piango al Tecno” di Crema de la Soda, l’ipnotica “La Baldoria” di Nicola Basca feat. Danielle Milocchi e l’intimista “Credo” di Julia Ziverti
Registrazione dell’ intera puntata